Un lunedì da cialtroni: esultanze, ammonizioni e yogurt
Rubrica che sintetizza rapidamente, alla nobile maniera delle chiacchere da bar, il calcio giocato e parlato nel fine settimana appena trascorso:
Mio padre, romanista, dopo la vittoria dell’Atalanta a San Siro: "Con questo risultato, il
successo della Lazio a Bergamo acquista più valore". La mania giornalistica di
revisionare i risultati a posteriori ha contagiato anche lui.
Al terzo gol del Bologna ero fuori casa. Un mio amico mi dà la notizia grazie all'aggiornamento internet sul cellulare. Una smorfia del tifoso romanista allo stadio, in tempo reale, si trasforma in un sorriso, in differita, a chilometri di distanza. La forza della tecnologia.
Con l’abbandono
di Ibra il Milan sembra trovarsi in una situazione di crisi simile a quella
vissuta dall’Inter post-Mourinho, senza però essere stata, nell’ultimo ciclo,
vincente come la sua rivale.
Il problema dell’Inter era non aver cambiato nulla dopo l’addio del portoghese. Sarebbero dovuti arrivare Kuyt e Mascherano. Arrivò solo Benitez che, tra l'altro, si ritrovò con lo stesso organico mourninhano. Il problema del Milan, al contrario, è di aver effettuato una rivoluzione a metà. Preso coraggio, partiti i fuoriclasse della rosa, i nuovi rinforzi sono solamente delle controfigure. Meglio sarebbe stato inserire attori emergenti e vivere un anno di purgatorio serenamente, puntando al futuro. Erano proprio indispensabili Pazzini e Bojan?
Contro il
Chievo Verona due gol molto belli di Hernanes, che ha però diversi problemi
nell'esultare. Al primo gol, il difensore avversario Sardo protesta animosamente rincorrendolo e facendogli notare che avrebbe dovuto fermare l'azione perché Mauri era a terra. Al terzo gol, invece, il brasiliano è
braccato dai compagni di squadra Cana e Candreva che vogliono festeggiare
abbracciandolo. Hernanes si libera con forza, li scansa quasi prepotentemente,
perché gli impediscono di eseguire la sua classica esultanza con annesso salto in aria. Tra arbitri, avversari e compagni non si può più esultare in santa pace.
All’Olimpico
Lamela sigla il momentaneo 2-0 per la Roma. I giocatori del Bologna protestano
perché un loro compagno era a terra durante l’esecuzione del tiro dell’argentino.
Colpevole non è Lamela, che giustamente finalizza l’azione (come Hernanes a
Verona), ma gli avversari che quasi si fermano,convinti che l’attaccante
giallorosso avrebbe stoppato l’azione.
Mettere
palla fuori perché un avversario o un proprio compagno si trova a terra è una brutta
abitudine mascherata da fair play. Molte persone approfittandone chiamano “esperienza”
il rotolarsi doloranti sul terreno di gioco, guadagnando tempo e facendo
fermare l’azione. Giocassero a rugby si rialzerebbero dopo un secondo. In
quello sport sembra che la stessa pratica la chiamino “debolezza”. Punti di
vista.
A Genova
Immobile viene ammonito inspiegabilmente dopo aver siglato il vantaggio sulla
Juve. L’attaccante genoano era andato ad esultare sotto gli spalti dei propri
tifosi. Colpevole di aver condiviso con il proprio pubblico la gioia del gol. Ancora più incredibile in Germania: nello scontro tra Hannover 96 e Werder Brema, Huszti segna in rovesciata al novantatreesimo il gol del 3-2 che chiude la partita all'ultimo respiro. Orgasmo del calcio. Sogni di bambino che si realizzano. Il premio? Un’espulsione per somma di ammonizioni istantanea: la prima per essersi tolto la maglietta, la seconda per essersi arrampicato sulla gradinata della propria tifoseria.
Questo è il calcio che sogniamo? Un fiume di ammonizioni per esultanze, gioie e gol? Mi ricordo anni fa che Messi fu multato per aver mostrato una scritta di ringraziamento alla propria mamma, sotto la maglietta da gioco. La Fifa e le varie Leghe non perdono occasione per parlare di fair play, del rispetto, della gioia di giocare a calcio ma allo stesso tempo continuano a reprimere azioni che sono vitalità per questo sport.Sbaglio o la pubblicità della “Seria A Tim” mostra dei bambini che giocano a calcio, sorridono, corrono ed esultano in maniera gioiosa dopo un gol? Alcuni levandosi addirittura la maglietta? Perché allora continuare ad ammonire ed espellere goffamente dei giocatori che sono rimasti solamente dei bambini felici? Come sempre i Palazzi predicano bene e razzolano male.
Nella
giornata appena conclusa erano due i derby ospitati da capitali europee. A Londra si giocava Qpr-Chelsea, finita 0-0. La nuova squadra di Julio Cesar ha fermato la squadra di Di Matteo nel primo pareggio stagionale in Premier League dopo tre vittorie consecutive. Il Chelsea rimane comunque primo a dieci punti, seguito dalla United a nove. Il Qpr naviga ancora in bassa classifica; solo due punti in quattro partite, come il deludente Liverpool di Suarez e Borini.
A Madrid, invece, era di scena il “derby povero” tra Atletico e Rayo Vallecano, finito in goleada: 4-3 per gli uomini di Simeone. Anche il Barcellona ne fa quattro in trasferta contro il Getafe e consolida ancora di più il primato; quattro partite e punteggio pieno, seguito in vetta dal Malaga a due distanze. Incredibile sconfitta del Real contro il Sevilla per uno a zero. Adesso le merengues sono a meno otto dai catalani.
I giornali spagnoli pro-Casa blanca esorcizzano i passi falsi, ricordando che l’ultima volta che il Real era partito così male in Liga finì vincendo la nona Champions League. Vedremo martedì contro il City di Mancini come inizierà la stagione europea per Mourinho e se le profezie giornalistiche si avvereranno.
Facendo
zapping tra le varie partite, cambio su “Diretta gol”. Trevisani è il telecronista
di Genoa-Juve. Immobile si mangia clamorosamente un gol davanti Buffon
scatenando più commenti:” Immobile ci ha messo quaranta minuti prima di tirare”,“ Incredibile che un giocatore fortissimo come lui nell’uno contro uno si possa
divorare una chiara occasione da gol uno contro zero”. Ormai molte telecronache
hanno raggiunto il livello di discussione da bar tra amici. Molti opinionisti
cercando nuovi gerghi, innovazioni linguistiche e sintattiche fanno rimpiangere sempre di più la sobrietà dei fasti delle epoche telecronistiche passate. Una volta, addirittura, ho
sentito un commentatore sentenziare, dopo una goffa azione:“Male male”. Un
tormentone dello slang calcistico da spogliatoio che oramai ha invaso le strade
e le piazze delle parlate giovanili. Questo è ciò che ci meritiamo dalla
modernizzazione del calcio? Un pensiero personale, con parole non mie: “Male
male!”.
Già
diventato tormentone di internet il video degli spot nipponici di Nagatomo. Esilarante
il modo in cui il terzino dell’Inter si cala in un ambiente da “manga liceale”.
L’effetto pubblicità da yogurt ha già maturato i suoi tardivi frutti con Ferrara
(testimonial Danone qualche anno fa), che con la Sampdoria ha centrato la sua
terza vittoria consecutiva. Fermenterà allo stesso modo la classifica dell’Inter?
I tifosi ci sperano, l’unica differenza è nella data di scadenza dello yogurt
di Nagatomo, compagni e Stramaccioni. Sulla loro di confezione è scritto a lettere
cubitali: da consumarsi il prima possibile.
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