sabato 13 ottobre 2012

Il Manifesto



Il paesaggio sembrava un po' diverso dal nostro. In sequenze di palazzoni tutti uguali vivevano uomini che passavano il tempo davanti alla TV.

In TV si guardava il calcio.

Nel paese della Caffettiera le mogli preparavano i caffè ai mariti davanti alla TV; qualcuno lo zuccherava, qualcuno lo borghettava, altri lo assumevano amaro per prepararsi alle emozioni pomeridiane come fosse un vaccino.
I figli delle donne con la caffettiera e degli uomini davanti alla TV giocavano a calcio nel parcheggio sotto il palazzone che confinava col centro commerciale.


Erano divisi in due squadre:
I sotto, quelli che abitavano dal primo al tredicesimo piano, bravi nel gioco a terra, tecnici, intelligenti e poco muscolosi a causa dei pochi piani di scale che affrontavano quotidianamente.
I sopra, dal quattordicesimo al ventiseiesimo piano, sprovvisti di ascensore. Tosti, massicci, forti nel gioco aereo. Tanto cuore e poco piede.
La leggenda vuole che i sopra siano gli inventori del catenaccio, dal nome della particolare chiusura che adottavano per le finestre per non essere derubati dai paracadutisti della zona.

Chi non era in grado di giocare tifava.

I tifosi dei sotto erano soliti seguire la partita dal giardino, con sciarpe colorate dedicate ai loro calciatori più rappresentativi, e inneggiavano alle loro gesta con cori polifonici molto ben armonizzati, aiutati da qualche bicchiere di vino. I supporters dei sopra, invece, preferivano partecipare denudandosi dall'ombelico in su, sostenendo i loro idoli dal terrazzo con rullanti, tamburi e altri strumenti da banda balcanica, ebbri di birra.

Nel parcheggio del palazzo del paese della Caffettiera le partite scorrevano, le gambe correvano, le ginocchia si sbucciavano e i nostri sbocciavano, facendosi ometti. Arrivarono i primi forfait per motorini, ragazze o eccesso di pippe prepartita. Qualcuno fumava, qualcuno passava ai computer e alla Gamestation, mentre qualcun altro addirittura leggeva.
Nell'ala sinistra del grande palazzone della Caffettiera, detta il manico, il giovane Carlo si appassionava a Stefano Benni, alla “Compagnia dei Celestini” e alla pallastrada.


Quanta differenza c'era tra il calcio del parcheggio e quello dei loro genitori in TV?

Carlo fece amicizia con altri coetanei appassionati, che venivano dal paese della Lavastoviglie e della Domenica a pranzo.

Parlarono, agitarono, animarono; e scrissero.

Appunti un po' illuminati un po' confusi su quello che sarebbe dovuto essere, sul presagio di un terremoto che avrebbe portato l'intero arcipelago dei paesi Chiusi in casa a cambiare le cose.
Appunti scritti sul retro dell'album delle figurine.

Tutti insieme, dai catenacciari del diciottesimo piano agli smilzi del quinto, dai fabbri della squadra di sopra agli impiegati della sotto, pregustavano il tempo della rivoluzione del calcio, in cui i poveri, i dimenticati, i bambini avrebbero preso a pallonate i padroni del palazzo e le loro tv.
Proprio per questo, dal primo all'ultimo piano, dal paese della Domenica a pranzo al paese della Lavastoviglie, pennarello in mano si riunirono nello scantinato del palazzo della Caffettiera, e stesero per filo e per segno la nuova grammatica del calcio.
Sarebbe stata pubblicata in inglese, francese, tedesco, italiano, fiammingo e danese.

"Come lo chiamiamo Carlo, il poster del calcio?"
"Meglio il manifesto della partita comunista!"

Punto 1 - Il Calcio è divertimento. 

Punto 2 - Il Calcio è un gioco della gente per la gente.

Punto 3 - Davanti ad un pallone tutte le persone sono uguali.


Punto 4 - Il gol è l’estasi del Calcio.


Punto 5 - Il gol del Portiere vale doppio.


Punto 6 - L’esultanza dopo un gol non ha una durata specifica. Il tutto è a scapito del marcatore.


Punto 7 - Dopo il gol si possono mostrare magliette e scritte, purché non siano offensive nei confronti di terzi.
Punto 7 comma 1 – Scritte offensive è diverso da “sberleffi”.


Punto 8 - Sono aboliti tutti gli sponsor sulle maglie da gioco e a bordo campo.


Punto 9 - Il Calcio può essere giocato in qualsiasi luogo: prato, marciapiede, spiaggia, cortile camera da letto e stadio.


Punto 10 - Il 10 è proprietà esclusiva di Diego Armando Maradona, rivoluzionario del Calcio, quindi non esiste un punto con questo numero.


Punto 11 - Ogni sasso, roccia, zaino, bottiglia, albero può formare i pali della porta.

Punto 11 comma 1 - Nel caso non ci fossero oggetti disponibili per limitare la porta (ad esempio con porta posizionata in mare) si può giocare anche con distanze immaginarie, precedentemente accordate dalle diversi parti in gioco.
Punto 11 comma 2 - Nei casi descritti al Punto 11 comma 1, per evitare ogni dubbio, si consiglia vivamente la distanza di quattro ampi passi per delimitare i pali e un salto con braccio teso per delimitare la traversa.


Punto 12 - Ogni sasso, bottiglia, pigna o cartone ha il diritto di essere calciato.


Punto 13 – Il risultato di pareggio non è abolito per pura praticità, ma è fortemente ripudiato.

Punto 13 comma 1 – Fanno eccezione le partite con più di tre gol per squadra ed occasionalmente le partite a reti inviolate, ma con annessa sagra di pali e traverse.

Punto 14 - E’ abolita la figura dell’arbitro. I giocatori delle due squadre prendono le decisioni di comune accordo.


Punto 15 – Sono interdetti dallo svolgere il ruolo di presidente di un club tutti i petrolieri, politici, usurai, sfruttatori, direttori d’azienda, monopolisti, banchieri, monarchi, proprietari di televisioni, affaristi, ladri di stato e il clero.

Punto 15 comma 2 - Della categoria dei ladri di stato non fanno parte i pirati, che possono svolgere l’attività di presidente regolarmente.
Punto 15 comma 3 - Fanno eccezione nel clero le suore, che possono svolgere l’attività di presidente regolarmente.


Punto 16 - I diritti televisivi sono proprietà del pubblico. Tutti hanno il diritto di vedere una partita di Calcio senza alcuna distinzione di tifo e maglia.


Punto 17 - Sono aboliti i nomi dietro le maglie.


Punto 18 - Sono abolite tutte le divisioni tra i diversi settori di uno stadio.

Punto 19 - Al termine della carriera ogni calciatore deve impegnarsi per almeno 15 anni in attività di supporto al calcio giovanile. Solo dopo questo periodo si ha diritto al pensionamento.


Punto 20 - Sono abolite le classiche interviste post-partita. Fanno eccezione le interviste riguardanti gusti musicali, abitudini culinarie e aneddoti d’infanzia.


Punto 21 -  A fine primo tempo si possono prendere tè caldi, birre o caffè corretti.


Punto 22 - Le relazioni coniugali di un giocatore sono interesse suo personale.


Punto 23 - Il fuorigioco va interpretato secondo le varie scuole di pensiero neoplatoniche e marxiste.


Punto 24 - E’ vietato l’uso di Ipod negli spogliatoi e sugli autobus.

Punto 24 comma 2 - E’ vivamente consigliata una partita di scopone scientifico.

Punto 25 - Chi vince offre da bere a chi perde.



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Qualche anno dopo il paesaggio sembrava solo un po' diverso dal nostro. In sequenze di palazzoni tutti uguali vivevano uomini e donne che passavano il tempo davanti alla TV. Gli uomini guardavano il calcio, e anche i loro figli.
Nel parcheggio silenzioso le luci erano spente.

Da quando l'emittente televisiva Sea aveva acquistato i diritti di numerosi parcheggi, prati e spiagge del paese della Caffettiera, durante gli orari delle partite in televisione, che ormai occupavano il 70% del palinsesto, vigeva un severo coprifuoco sportivo. Pigne sassi lattine e palloni giacevano quiescenti in attesa di calci e ginocchia sbucciate.


Pochi temerari ricordavano le gesta dei sopra e dei sotto, e le celebravano in tornei clandestini in scantinati, fabbriche abbandonate e boschi inaccessibili. Sognavano un calcio diverso e pregustavano il tempo della rivoluzione, in cui i poveri, i dimenticati, i bambini avrebbero preso a pallonate i padroni del palazzo e le loro TV. Almeno finché qualcuno non avrebbe acquistato anche i loro diritti d'immagine.


Mikey Dread


I punti del Manifesto sono stati pubblicati due anni fa da Ciava su Rimediabile, sito di informazione alternativa ormai fuori rete. Sono stati revisionati per questa pubblicazione e sono state aggiunte le due parti narrative del prologo e del finale tramite un lavoro di scrittura collettiva a firma Mikey Dread ( Ciava, Crescio, Pizzi e Leone).

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