Jesus Navas ha avuto la meglio su Mulino Bianco. Grazie
alla nota fabbrica spagnola di “Dolcezze e fantasie futbolistiche” questa mattina
il popolo calcistico italiano ha fatto colazione come di consueto: cappuccino,
cornetto e giornale sportivo. Il biscotto è indigesto al nostro stomaco di
complottisti prevenuti.
La nostra grande tradizione artigianale ci permette di
criticare qualsivoglia nazione che provi a eguagliare le gesta tricolori. Il
biscotto è pratica italiana, nella lingua e nel concetto. Gli altri hanno
diritto solamente alle briciole.
Nei giorni precedenti alla partita Italia – Irlanda mi
trovo in Catalogna. Il posto non è dei migliori per captare gli animi spagnoli
ma nei quotidiani sportivi catalani e iberici non vi è quasi traccia della “galleta”
( biscotto).
Dopo il pareggio con la Croazia si evidenzia il fatto che
gli azzurri siano in una situazione complicata e saranno obbligati a vincere
contro l’Irlanda. Le ipotesi di passaggio, calcoli, regolamenti e virgole
occupano piccoli riquadri esplicativi sotto le immagini della partita. Noi in anni di scarsa competitività siamo diventati esperti di classifiche avulsa, calcoli Fifa, lancio della monetina e teoremi di Pitagora.
Il dibattito aldilà dei Pirenei ruota attorno al “nueve”
e “falso nueve” ( Torres, Fabregas e modulo tattico) condito da molte critiche
all’atteggiamento e alle scelte di Del Bosque. Gli spagnoli essendo mediterranei,
campioni d’Europa e del Mondo, hanno la stessa sindrome italica da bar. I tecnici da bancone superano in gran numero le alte cifre di disoccupati spagnoli. Anche se la percezione del calcio è differente.
Il risultato è, per loro, solo parte di una grande scuola filosofica
calcistica. Per noi italiani un pareggio sofferto può essere motivo di gioie e
critiche ( partite contro Spagna e Croazia) e una cattiva prestazione salvata
da due gol su calcio d’angolo è motivo di grande entusiasmo e titoli d’elogio a
caratteri cubitali. Per gli spagnoli al contrario la vittoria è un risultato
sistematico che si raggiunge solo con la perfezione del gioco e l’analisi
dettagliata della partita al fine di migliorare la prestazione successiva. Si parla di calcio giocato.
Quando la notizia del biscotto guadagna una minima
visibilità in Spagna, il sentimento generale è lo stupore.
Le teorie complottiste si rivoltano contro noi stessi. Il
refrain generale è : "Noi non siamo come voi".
La situazione irreale che si viene a creare è una
sconfitta morale per il calcio italiano. Si dubita di altri professionisti,
dimenticandosi che la partita con l’Irlanda si dovrà pur vincere, e si viene
beffardamente smascherati.
“Noi non siamo come voi”. Nessun giocatore italiano ha
provato vergogna.
Cosa avrebbe impedito agli spagnoli o ai croati di parlare di combine
al contrario?
L’Irlanda era già fuori dal girone, la storia e il
passaporto di Trapattoni parlano da sé. Se si analizza la partita si vedrà come
i due gol sono nati da calcio d’angolo, di cui il primo regalato da una goffa parata
dell’irlandese Given. Nell’ Italia dei moralisti si sarebbe gridato al “biscotto”,
ma né Spagna né Croazia hanno minimamente dubitato della buona fede dei loro
avversari.
La mentalità che plasma i nostri è riconoscibile nelle
parole di Buffon nel dopo partita : “ Io tra 2 o 4 anni non sarò più qui, ma
voi giornalisti dovrete ricordarvi della professionalità spagnola nel vincere
senza calcoli contro la Croazia, siamo debitori di un bonus nei loro confronti”.
Vale a dire: un favore in cambio di un favore. Un biscotto per un biscotto. Due
feriti sono meglio di un morto. La nostra serietà è barattabile con la serietà
altrui.
Un elogio della buona fede che smaschera la cattiva fede.
Ma queste affermazioni e analisi passano in secondo piano
perché l’Italia ha vinto, sui giornali si sprecano gli elogi, Bonucci ha zittito Balotelli, abbiamo ritrovato la
nostra nazionale e non importa se da qui a due anni ci ritroveremo nuovamente a
fare calcoli per passare un girone mediocre come ad Euro 2004 e al Mondiale 2010 e se anche il nostro codice etico è una copia delle leggi orwelliane della Fattoria
degli Animali potremo nuovamente allestire lezioni di morale e di bon ton per stanieri sui giornali e telegiornali nostrani.
Godiamoci il nostro cornetto e cappuccino quindi, perché se non cambiamo
mentalità e atteggiamento il 1 Luglio mentre altre
nazionali si staranno giocando la dolcissima torta della finale di Kiev noi saremo costretti a mangiarci
un biscotto che ci siamo serviti da soli senza neanche accorgercene.
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