venerdì 4 novembre 2011

Al-Laziu conto Az- Zurigu : la questione linguistica in Europa Lig.

Ogni domenica la scelta sul luogo dove seguire la partita è un processo che acquista un’importanza quasi maggiore a quella dell’incontro stesso.
Per noi, manciata di laziali in cerca di conferme, ormai da tempo lontani dallo stadio, ognuno per differenti motivi, diviene una scelta metodica. Crediamo realmente che il giusto ambiente, sia casalingo o di pubblico passaggio, possa donare carica vincente alla nostra squadra, anche se siamo divisi da chilometri di ripetitori satelittari e segnali parabolici. 
Quest’anno all’ardua selezione si è aggiunto anche il giovedì, giorno in cui si gioca l’Europa League. I problemi per questo turno contro lo Zurigo, inoltre, sono aggravati dal fatto che la partita verrà trasmessa solo da “Mediaset Premium”. Nella nostra ipocrisia da finti combattenti del sistema siamo tutti attivi nell’ingrossare i ricavi di “Sky Sport” e gli unici abbonati a Mediaset sono incastrati con il lavoro almeno fino alla ripresa. Ora ci sarebbe da dilungarsi sul fatto che è pur sempre meglio essere complici di Murdoch che di Berlusconi e Confalonieri, ma questo è un discorso che parte dal cricket professionista e arriva alle crociere cantate e solo in parte sfiora concetti interessanti quali il tiro da fuori area di Seedorf.
La soluzione a quest’empasse si risolve con quello che i letterati informatici chiamano “streaming”. Il luogo prescelto per la diffusione è infine casa del Cinese. Nel duo sono l’unico ad avere una minima esperienza nel settore, essendo stato obbligato a seguire metà campionato via internet durante un periodo di lungo soggiorno in Francia. Per mia fortuna dovetti subire quest’esperienza nella prima parte della Serie A di due stagioni fa, con la Lazio allenata da quell’ essere mitologico conosciuto come Ballardini. Ne ho sicuramente guadagnato in salute da tifoso, grazie a tutti i rallentamenti e black out a cui è esposto il servizio, i quali mi hanno impedito di vedere con continuità una delle Lazio più orrende che io possa ricordare. Il giorno del derby, addirittura, saltò totalmente la connessione e fummo costretti ad ascoltare la telecronaca via radio, incluso gol di Cassetti. Che a pensarci bene solo via radio è possibile un tale avvenimento, perché a vederlo con i tuoi occhi non realizzi che uno come Cassetti può segnare realmente al derby.
Mettendo da parte i tristi ricordi calcistici d’oltralpe, inizio a smanettare e in un attimo e apro una diretta indiana, una cinese e una francese.
Con il Gazzobba, appena arrivato al mio fianco al commento tecnico, scegliamo di lasciare lo streaming della televisione Canal Plus, non solo perché con migliore risoluzione ma anche per la presenza di un' introduzione e una presentazione alla partita. I tre conduttori si sfidano a colpi di liason e erre mosce. Parlano del loro connazionale Cissè e appare un riquadro che indica gol, assist e presenze in campionato e coppe dell’attaccante biancoceleste. Gazzobba mi chiede : “Ma buts vordì golle nfrancese?” “Si, più o meno, senza e finale però: gol.” e aggiunge, continuando nelle sue classiche analise scrupolose: “ Certo che sti francesi stanno fori fracichi, ma dimme te se quissi se mittenu in studio a parla daa Lazio, ma n’Italia chi ce se mette a parla e a ffa l’analisi prima de na partita tipo Rennes- Crackovia,a perde tempo, mo spieghi, n’è che staranno a gufa sti mangiarane?” “ Je ne sais pas, mon ami.”
L’ambiente si surriscalda, mancano pochi minuti. Intanto il Gazzobba se la prende con Ringhio, il cane del Cinese. Che, in tutta sincerità, essendo il cane di un laziale io l’avrei chiamato piuttosto “Fernando Couto” o “Diegopablosimeonefaccengo’”, però sono gusti. La diatriba va avanti per molto, finchè dei rumori sospetti provenienti dalla porta fanno sbottare il Gazzobba in un francese accademico, probabilmente appena appreso : “ A Ringhio, nun t’accolla, sii rotta li cujuni, non te faccio entra.” per poi corregere il tiro rapidamente: “Ah, ciao Ba’, entra, prego.”. Intendendo per “Ba” non il giocatore ex Perugia e Milan bensì il diminutivo del nome della madre del Cinese.
Subito dopo l’entrata con tappeto rosso di “Ba” segue in scia il Pollo, da tempo alla ricerca disperata di un posto dove vedere la partita e imbucato senza avvertire, ma accolto a braccia aperte nel regno biancoceleste.
La partita ha inizio. Subito dopo pochi istanti una buona parata di Marchetti ci agita. E’ la squadra svizzera a fare gioco e tutti ci chiediamo come sia possibile visto che in terra elvetica non sembrassero avere un così buon possesso palla. Ovviamente la Lazio è rimaneggiata causa turn over. Rocchi dal primo minuto affiancato a Klose, centrocampo con Lulic, Ledesma, Cana e Sculli, in difesa ai titolari Radu e Dias sono affiancati Diakitè e Zauri. Dal ventisimo del secondo tempo lo streaming diventa il miglior giocatore in campo: rallentamenti, rapidi saltelli in avanti di un minuto intero, cambio di lingua e scomposizione fisica dei giocatori. Mandiamo al diavolo Sarkozy e i francesi e cerchiamo di rimediare. Trovo repentinamente un link più leggero, con risoluzione peggiore ma senza problemi di velocità. I miei compagni si affrettano nei commenti : “ E’ russo” ma sono smentiti pochi secondi dopo dalla raffica di faringali, occlusive e stati costrutti. Un’arabista del mio calibro non ha dubbi: siamo su Al-Jazeera. Altro che l’elitario Sky. Sport per tutti. Ricordo le mie due uniche esperienze di partite visti in paesi arabi sul canale dell’emittente del Qatar. Le ultime due finali di "Supercoppa Italiana" Lazio – Inter e Roma – Inter; vinta la prima dai biancocelesti e la seconda dai nerazzurri. La scaramanzia è dalla mia parte. Subito vengo tartassato. "Ora ci dici cosa dicono questi qui!". Decidendo di evitare il classico trucco di inventare una traduzione, tanto poi l’arabo non lo capisce nessuno, mi sforzo a guidare la mente tra verbi di media debole e accusativi. “Kura. Ha detto kura che vuol dire palla.”, “Awwal. Ha detto awwal che vuol dire primo.”, “Zauri. Ha detto Zauri che vuol dire pippa fracica con i piedi a forma di zattera sbilenca.” “Tutto questo in una parola?”,” Eh lo sai come so st’arabi, na parola so cinque frasi nostre.”.
Il primo tempo scorre lento così, con una Lazio addormentata. Nell’intervallo i commenti sono affidati a Cesare Maldini, collaboratore dell'emittente. In studio si intasano gli idiomi. Prima arabo classico, poi dialetto, poi inglese e italiano tutto sovratradotto cinque volte. Alla fine ci rassegniamo; tanto di quello che pensa Maldini, tradotto in arabo, sulla Lazio non ce ne può importare di meno.
Al secondo tempo entrano Brocchi e Cissè al posto di Lulic e Klose. Ecco farsi sentire i primi sintomi del laziale esigente. “Ma come Klose? Ma Hernanes? Ma fuori Lulic?”. Chiamasi turnover: le competizioni sono tante e le forze è meglio distribuirle. Il tifoso medio vorrebbe in campo sempre Cissè, Klose e Hernanes con l’aggiunta di Nedved, Veron e Gascoigne a sostegno. I cambi sono visti con bidimensionalità, come se si giocasse al computer e tutti fossero sempre al massimo della forma. L’allenatore che conosce bene i suoi e le dinamiche dello spogliatoio non conta niente agli occhi di un critico da bar.
Appena l’arbitro fischia, al riprendere della telecronaca mettiamo in tavola la carta “scaramanzia”. Esordisce il Pollo: “Dai che con la telecronaca in arabo siamo avvantaggiati che abbiamo due calciatori musulmani in rosa!”, siamo perplessi:  “Scusa Pollo ma che stai a di?”, “Ma come oh. Lulic e Cana non so musulmani?”. Ci facciamo assalire da un raptus post 11 settembre : “Sicuro? Boh. A me sembrava fosse Cissè musulmano.”, “No te sbaji, quello era Kanoutè del Siviglia.”, “Allora che me dici de Matuzalem?”, “Quello è cristiano evangelico fondamentalista.”, “Come Kaka?”, “Na specie, solo che co du piedi de latta e co più tatuaggi.”.
Ripresi dalla paranoia dello spauracchio islamico ci concentriamo sulla telecronaca molto emozionante; ogni pallone che superi il centrocampo è accompagnato da urla del telecronista: “Aaaaaaaaaaa…..”. La Lazio sembra aver cambiato marcia, ma non ingrana la quinta, a malapena una terza con singhiozzi.
Poco prima del più bello sono costretto a lasciare la proiezione della partita. Compleanni di famiglia con orari accordati in precedenza. Studierò pure arabo, ma una cena a base di porchetta e mortazza non si rifiuta tanto facilmente. Me ne vado ovviamente con l’amaro in bocca per un risultato ancora in pareggio. La radio non si sente per problemi di diritti. Al diavolo Murdoch e Berlusconi. Che se ne vadano in Australia in crociera ad interessarsi di rugby e salto del canguro.
Appena arrivato a casa chiedo conferme sulla partita. Ha segnato Brocchi. Ma chi Brocchi il buddista? No quello era Baggio. Brocchi il camioncino d’acciaio, ricercato da Cia e Fbi per espirementi di clonazione per il centrocampo. Quello che è andato in bancarotta con Vieri. Ma non era buddista? Buddista non lo so, sicuro qualche santo protettore l’avrà in cielo,perché la deviazione di Texeira al suo tiro sicuro sarà stata telecomandata da qualche divinità.
Il gol non riesco a vederlo neanche su Youtube. Un complotto verso il mio amore per Brocchi. Chiedo spiegazioni sull’accaduto al Gazzobba e al Casty. Le differenti teorie di entrambi: fisica la prima, romantica la seconda. Spiegazione del Gazzobba : “Tiro di Brocchi, deviazione che ha fatto fare alla palla una traiettoria più (accento mio) arcuata e così (accento mio) ha scavalcato il portiere. Classica deviazione ‘pallonetto al portiere’. Hai capito quale?”. Spiegazione del Casty: “E’ come quanno tiri aa Play che ce sta er trucchetto pe segna se incappi bene. E il portiere non po scappa. Brocchi è tutto cuore e certe deviazioni se c’hai er core grande, prima o poi te capitano. Sta tutto qui er trucchetto.”.
Per farla breve una Lazio non bella ma corsara, pirata e caparbia porta a casa tre punti buoni. Anche se la qualificazione si giocherà tutta il primo Dicembre in Romania, dopo il successo del Vaslui contro lo Sporting Lisbona.
Si torna a casa ( si giocava a Roma, ma i giocatori una casa di proprietà ce l'avranno anche) con una vittoria e con fiato guadagnato per alcuni pezzi pregiati. Uno Cana meno criminale e un Marchetti sempre più convincente che vanno aggiunti alle certezze di sempre: Brocchi, Klose, Dias, Cissè e Ledesma. Il momento è ottimo. Stiamo assistendo a una vera e propria primavera biancoceleste. Le dittature del campionato italiano da ora in avanti sono avvertite.

Ciava

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