venerdì 14 ottobre 2011

Verba manent. Il solito Totti ed Eto'o la domestica.

Che bello il calcio delle dichiarazioni. Basta una battuta, una sfuriata o un gioco di parole per conquistare le prime pagine dei giornali sportivi e ampi riquadri sulle testate nazionali,che tra una crisi di governo e uno scandalo trovano sempre uno spazio sufficiente per le ultime notizie del mondo pallonaro.
Così le parole di Totti su Reja diventano già un cult nell’ansia che condisce l’atmosfera prederby nella capitale. Ormai nello stivale siamo abituati a tutto e un po’ d’ironia nel calcio certo non guasta. E’ un gioco e tale deve rimanere; esistono però bersagli e bersagli. Anche se è vero che Reja ha perso tutti i derby con la Lazio mi sembrano ingiuste le frasi del capitano giallorosso verso un uomo che ha sempre dimostrato grande stile e grande carattere dentro e fuori dal campo. La mancanza di rispetto per un avversario, inoltre più anziano, non è un buon esempio da dare,visto che parliamo spesso di esempi e fair-play. Non stiamo parlando di Di Canio o Mourinho. Reja è su un altro piano e quindi le battute di Totti le trovo fuori luogo. Mai credo Tommaso Rocchi si sarebbe azzardato a pronunciare frasi del genere contro Spalleti ad esempio, allenatore di un’altra squadra. Ma già è tanto che il Pupone si sia limitato all’affronto verbale e non abbia iniziato a scalciare e sputare.
Ma siamo nati a Roma e così rotola il pallone da queste parti. Il derby se togli il prederby ( e il postderby) diventa una partita normale tra due squadre con magliette di colore diverso.
L’altra dichiarazione della settimana è quello di Samuel Eto’o. Il calciatore camerunense ha espresso la volontà di tornare nell’Inter in prestito nel periodo ( due mesi circa) in cui il campionato russo riposa a causa del Grande Freddo.
La Milano nerazzura è impazzita,tutti già pensano ad un ritorno, seppur breve,del fuoriclasse africano. Una marcia in più per la squadra di Ranieri che oltretutto si vede costretta a rinunciare per un mese all’infortunato Forlan.
Tutti a parlare degli affetti, del clamore e dell’amore di Eto’o per questa maglia e questa città. Ma sarà davvero così?
Devo ammettere che quando appressi la notizia del suo trasferimento in Russia fu uno shock per me. La sua scelta confermava ancora di più la mia idea sul Calcio Moderno. Va dove ti porta il soldo. “Se mi avessero dato lo stesso stipendio che percepivo all’Inter mai sarei andato fino in Russia”. Bella parole, grazie.
Al tempo si giustificò anche ( che già quando bisogna giustificarsi si capisce gran parte della storia) dicendo che l’aveva fatto anche per i bambini africani. Dimostrando così che tutto è possibile nella vita, qualsiasi obiettivo può essere raggiunto. Come se a Dakar e a Yaoundè non aspettassero altro. Il sogno della Madre Russia come risoluzione a tutti i problemi. Non bastano tre Champions League vinte con Barcellona e Inter. Petrolio, freddo e vodka hanno conquistato la fase Rem del continente nero a quanto pare.
Il camerunense però a Makhachkala ( capitale del Daghestan, scommetto che neanche lui sappia ancora come si pronunci) ci è andato da solo, lasciando famiglia, casa e soldi a Milano. Un sogno realizzato a metà quindi, lontano dagli affetti personali. Una sofferenza da domestica, costretta a lavorare lontana da casa per la somma di 20 milioni di euro netti all’ anno per tre stagioni.
A 30 anni, nel pieno di una carriera che avrebbe potuto ancora dare molto al mondo del calcio. Il richiamo della Russia però non si poteva rifiutare.
Adesso forse con qualche nostalgia del calcio giocato, quello vero, Eto’o prova a ricucire con questa stana proposta. Cresciuto a fame di gol e successi, il suo esilio dorato alla corte dell’oligarca padrone dell’Anzhi, sicuramente non lo può soddisfare a pieno.
Che torni pure in Italia Eto’o. Lo aspettiamo tutti a braccia aperte. Eto’o il mercenario, Eto’o la domestica, Eto’o il malinconico, Eto’o il capitalista, il figliol prodigo.
Che ci venga a raccontare le sue favole qui. Lo aspettiamo. Che torni pure. Ma se ogni volta che toccherà il pallone in uno stadio italiano sarà sommerso di fischi non ci vengano a dire che sarà razzismo per il colore della pelle. Perché sarà solamente razzismo per il colore del denaro. Lasciateci almeno scegliere chi prendere come esempio. Lasciateci scegliere il nostro Calcio. 
Sinceramente,da laziale,di Francesco Totti sentirei la mancanza se finisse di giocare a calcio domani; di Eto’o non rimpiangerei più niente. Lasciateci almeno scegliere i nostri campioni ed i nostri degni avversari.

Ciava


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