domenica 11 settembre 2011

La nuova Lazio ed i soliti laziali.

Tornare da una vacanza lunga un mese è un’ottima cura per allontanarsi dai malanni della penisola. Grazie ad un bel distacco dalla politica logorroica e dalle beghe italiche del Palazzo. Tutto sembra come non essere mai esistito.
Sfortunatamente mio padre per tenermi aggiornato si è preso la briga di conservarmi i giornali di tutto il mese d’Agosto, per una full immersion di ritorno da capogiro. Dare uno sguardo solamente alle prime pagine è il peggior modo di accoglienza che ci si possa aspettare da una vacanza. Anni fa mia madre mi aspettava in aeroporto con una matriciana appena cucinata, adesso con chili di carta stampata, per ricordarmi che anche se cerco sempre la fuga in ogni angolo del pianeta, è nell’Italia berlusconiana che devo scontare la mia pena. Meglio non illudersi.
Ovviamente tornando a casa si viene a conoscenza di tutta un’altra serie di notizie che bilanciano le tragedie politiche : novità sugli amici, gossip di vario genere, le solite cazzate e gli aggiornamenti sullo sport ,in primis il calcio. Anestetico contro gli effetti collaterali della quotidianità.
Avendo avuto la possibilità ( e la voglia ) di connettermi raramente su internet dalla Spagna, sono aggiornato solamente sulle situazioni di calcio internazionale ( gironi Champions League e in parte spareggi ) e sul calciomercato spagnolo (quindi degli arrivi di Forlan e Gago in Italia ), ma nulla di più.
I quaranta minuti che mi sono concesso per tornare sul “Pianeta calcio” sono stati carichi di emozioni. Il calciomercato ancora non lo ricordo tutto. Capita spesso che domandi a qualche amico : con chi gioca quest’anno Giaccherini ? Ma come Eto’o in Russia ? Che delusione ! Ma Pjanic a Roma ? Che si è detto nella capitale dell’”affare Zarate” ?
Il mercato della Roma mi  stupisce in verità. Un buon progetto. Ma da buon laziale mi dico che tanto più ambizioso è il progetto, tanto più pesanti saranno la sofferenze e le delusioni che avranno i nostri cugini in campionato. Son tornato ai vecchi attriti del calcio della capitale. Che nostalgia le chiacchere da bar. 
Quando poi apprendo che la Roma non è riuscita a passare il turno preliminare di Europa League, cerco subito di sfogarmi con qualche amico giallorosso, ma il fattaccio risale a più di due settimane prima del mio rientro, quindi gli sberleffi scottano poco. Una soddisfazione in meno. Che brutta cosa lo scorrere del tempo.
Piccole scaramucce, il bello deve ancora arrivare, c’è una stagione intera ancora da vivere.
Il primo appuntamento per me è Venerdì 9 Settembre. Milan – Lazio.
Ogni volta che vado all’estero e inizio a parlare di calcio devo giustificarmi per la mia fede laziale. Fuori dai nostri confini il tifoso biancoazzurro è etichettato come “fascista” a priori. Quante volte a cercar le giuste parole e spiegare in chissà quale strano idioma di questo mondo che non è sempre così. Speriamo almeno che tutti i miei sforzi per difendere una passione che dura da molti anni, siano oggi ripagati.
Come sempre  il gran quesito è dove vedere la partita. Alcuni hanno i loro riti, Casty e “Il Pollo” hanno le loro “cabale” ( come dice Matteo ) e assisteranno all’esordio dei biancocelesti chi in compagna dei cugini chi con i soliti amici. “Il Cinese” ,vecchio collezionista di cose inutili e buon laziale è a Ponza a fare la bella vita. Avrà rinunciato alla visione del match per un cocktail in più. Zilli e il Dheso optano per il “Pub Gaelic”. In molti rifiutiamo l’offerta. E’ la prima di campionato. Bisogna essere concentrati. Capire bene la squadra. Non gradiamo la presenza della fauna locale che comprende gufi e piccioni giallorossi. La partita è la partita.
Mi ritrovo a casa mia con uno dei più grandi commentatori tecnici dei Castelli Romani: il Gazzobba. Bestemmiatore di professione, fisico per hobby.
Speriamo che la partita non venga commentata da Caressa. Scotta ancora in noi l’esultanza dell’anno scorso su un doppio palo preso da Ibra contro la Lazio. Il telecronista, da buon ibrido interromanista già aveva caricato nelle corde vocali il grido di gioia, strozzato poi dal pallone che ballando sulla linea di porta nega al povero Fabio la “soddisfazione della civetta”.
Per nostra sfortuna vengono annunciati i telecronisti : Caressa e Bergomi . La delusione è ripagata da alcune risate assicurate. Prima che inizi la partita pronostichiamo quella che potrebbe essere una classica presentazione del buon telecronista . “ La prima di campionato è come il primo giorno di scuola. Si è un po’ spaventati, un po’ contenti, ognuno porta il suo grembiule, le matite da temperare e mostra al resto della classe l’astuccio nuovo. C’è chi è pronto all’interrogazione, chi ha fatto sega e chi cercherà di non farsi bocciare a fine anno….”
Quando inizia la presentazione vera che parla di “Prima di campionato e sguardi allo specchio la prima mattina lisciandosi la pelle”  ringraziamo il Signore per queste chicche che ci vengono donate ogni Domenica (anche se è Venerdì).
Per me la Lazio schierata in campo è un colpo al cuore. Cissè e Klose li avevo solo immaginati con questa maglia e vederli realmente in campo mi dà uno strano effetto, tra il riso e lo stupore.
La squadra parte benissimo, buon possesso e ottimi spunti. Si è San Siro , dai campioni d’Italia uscenti e si cerca di fare la partita. Quando Mauri inventa l’assist per “SaltaKlose”, che addomestica il pallone con la grazia di un gigante buono e supera Nesta con una giocata illuminante concludendo l’azione con quello che dalle nostri parti è chiamato “lo sgrullo della rete” nel mio salone è il finimondo. Io esulto molto compostamente. Il Gazzobba salta dal divano ,stranamente senza imprecazioni contro divinità o santi, e inizia a girare vorticosamente su stesso urlando “ Mirooooo….Miroooooo”; il fatto di stare solamente con i calzini gli procura uno scivolone tremendo, che non se non fosse stato ammortizzato da una pianta del salone sarebbe stato cartellino rosso diretto. Ripresi dall’ebbrezza provocata dal gol, decido di chiudere persiane e finestre, con Il Gazzobba in casa tutto diventa imprevedibile. Non voglio fare la figura del laziale burino e procurarmi una cacciata votata all’unanimità dal mio condominio.
Tappati in casa surriscaldiamo e il clima raggiunge sembianze tropicali quando Mauri nuovamente pennella un assist dalla sinistra che Djibril Cissè accarezza con la testa anticipando Nesta e lasciando che Abbiati guardi il pallone dallo specchietto retrovisore gonfiare la rete. Non è realtà questa.
Siamo al settimo cielo, ma siamo anche coscienti del fatto che siamo in casa della squadra candidata a vincere il Campionato e può succedere ancora tutto. Dopo aver maledetto Aquilani in un dialetto che sicuramente il nuovo centrocampista romano capisce alla perfezione siamo puniti dalla nostra stessa rabbia.
Per trenta minuti ci siamo sgolati contro Konko e Zauri, con riferimento ai loro poveri antenati defunti e ad alcune loro lacune tecniche. Il povero Zauri ci ripaga due volte il prezzo del biglietto con due distrazioni che riportano il Milan in pareggio . Zlatan e Cassano. Sarà una sofferenza.
La Lazio del secondo tempo ricorda molto quella dell’anno scorso che andò a cercare un pareggio sudato a Milano. Questa volta le motivazioni non sono tattiche bensì atletiche. I rossoneri hanno il pallino del gioco e la Lazio fatica a costruire. Due giocate di Cassano mi fanno perdere tutti i chili che avevo riacquistato con la cena in famiglia appena ritornato dalla Spagna. Lo scatto di Cissè verso la porta di Abbiati e il salvataggio di Alessandro Nesta sulla riga ci fanno quasi credere in un miracolo.
Nel finale Reja,capendo la situazione di sofferenza, toglie giocatori offensivi come Klose, Mauri e Hernanes per incontristi e corridori ( Gonzalez, Matuzalem e Lulic ) per far respirare la squadra. Allegri dopo il cambio del primo tempo Gattuso – Van Bommel ( che è quello che cambia la partita secondo un'attenta analisi tecnica di Edoardo di Stefano, cognome da fenomeno) fa entrare Pato e Nocerino. “ Essu sa”….è il commento del Gazzobba…” me spieghi che c’azzecca stu innestu de Nocerino. Mo quissi vogliono fa vede che se so comprati li giocatori. Sta pippa ar sugo. Mettono in mostra le novità. Che mme rappresenta? E’ come quanno te compri er majone novo e too metti la sera stessa. Eccu Nocerino è u majone novo der Milan, ma nun se po vede comme majone!”.Seguiti dalle critiche sul portamento di Boateng : " Me pari nmarajà co li capilli...u vidi Prince l'Eunuco,va a scalla a panchina che è mejo va!". Spero che Google translate vi sia d’aiuto per la traduzione frascatano – italiano.
Il fischio finale con la sfuriata dalla bandierina di Cassano ci libera della tensione accumulata dal momento del pareggio fino ad allora. Ci riteniamo soddisfatti, quest’anno ci sarà da divertirsi.
Le ultime pene da sopportare sono quelle del post- partita. Il laziale medio stando a stretto contatto da millenni con la “specie romanista” è stato contagiato dal “germe giallorosso” della “critica a tutti i costi”. Inizia la solfa. Reja non capisce niente. Se ci fosse stato Zarate. Vogliamo Simeone. Ma come si fa a giocare così ? Quest’anno andrà a finire come l’anno scorso,non è cambiato niente.
Frustrazioni del tifoso che crede che la sua squadra sia il Real Madrid. Magari un campionato come quell’anno dell’anno scorso. Ma con Cissè e Klose in più. Un Zarate in meno e con un allenatore come Reja che oggigiorno è uno dei migliori della Serie A. Con una rosa come quella della Lazio ha fatto i miracoli. Le dinamiche dello spogliatoio non arrivano in Curva e non si può giudicare il lavoro di un gentiluomo che ha ripescato la Lazio da un purgatorio vicino alla retrocessione e l’ha portata quasi in Champions. I giocatori sono quelli, il campionato è lungo e anche Hernanes e i nostri giocatori migliori devono riposare. Le somme si tirano alla fine.
Godiamoci questa Lazio e vediamo se per la “Legge dello sberleffo” Luis Enrique e i suoi ci darannno, anche loro, qualche soddisfazione quest’anno.
Buon campionato e buone chiaccere da bar.

Ciava

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