martedì 11 dicembre 2012

La partita più bella dell'anno




Numeri contro emozioni. Nel precedente articolo in cui raccontavamo la stramba storia di Godfrey Chitalu, l’uomo che ha rubato il record di gol segnati in un anno solare a Messi, decomponevamo, seppur in fretta e furia, la sterile ricerca delle statistiche nel calcio.

La situazione è complessa. Quello che manca oggi è un’analisi approfondita dei numeri che nascono dal calcio. Un'analisi che serva per studiare il gioco, l’avversario, la tattica. Una procedura sistematica che stravolga le statistiche, non più finalizzate per battere record cestistici, ma che le trasformi in strumenti perfezionatori del calcio.

Qualcosa sta cambiando. Le squadre sempre più studiano numeri e percentuali per contrastare gli avversari sul campo. Sono monitorati i calci di rigore, i passaggi orizzontali del regista, il possesso palla. Quello che nel football americano, nel baseball o nel basket può sembrare un’ossessione fine a se stessa è in realtà una sostanziosa materia di studio per gli addetti ai lavori.

L’assolutismo dei numeri dei record spesso si trasferisce nel campo delle emozioni. La partita più bella della Seria A si è detto per Roma-Fiorentina di sabato scorso.

Le analisi passano in secondo piano e le emozioni diventano totalizzanti. Non più soggettive ma universali. Non più una prestazione che i tifosi romanisti aspettavano con ansia dai tempi di Roma-Juve 4-0 ma la partita più bella del campionato. Punto. Mazzone, Stramaccioni, Sacchi, Beha: tutti concordano, spinti dal raptus dell'assolutismo del giornalismo sportivo, con Sky e i grandi giornali nazionali in testa.

La partita più bella dell'anno. Chi è l'anti-Juve? Tutte pratiche giornalistiche che lasciano il tempo che trovano.

Definire Roma-Fiorentina la partita più bella dell’anno è fuorviante e non rende giustizia al campionato. Bella è stata soprattutto per i romanisti. Divertente per gli altri sportivi. Ma un’emozione non può trasformarsi in diktat.

Se intendiamo bello come perfezione formale o armonia gradevole, allora Roma-Fiorentina è letteralmente l'opposto, con le distrazioni difensive da entrambe le parti e gli errori di Viviano.



Roma-Fiorentina è di un bello che attrae, un bello non assoluto e imperfetto.

Forse in molti già dimenticano l’impresa dell’Inter a allo Juventus Stadium. Prima sconfitta dei bianconeri dopo 49 risultati positivi consecutivi. Sull’altra sponda del Tevere finora la partita più bella è stato il derby vinto dalla Lazio 3-2. Ma non tutti concorderanno. Roma-Fiorentina è stata piena di occasioni da gol, il derby ha raggiunto il massimo del pathos nel finale e la vittoria interista a Torino primeggia per il valore del successo.

Una partita divertente può risultare bella per il tifoso della squadra vincente. I romanisti sicuramente ricorderanno Roma-Inter 4-5 o Manchester Utd-Roma 7-1, ma non credo le ritengano belle.

Bello è qualcosa che piace, che ci ricorda sentimenti positivi. Per i viola la sconfitta di sabato rimane una sconfitta, e una sconfitta è dolce solo quando si traduce in passaggio del turno.

Altri hanno parlato di spot per il calcio italiano. Spesso abbiamo questa concezione negativa del nostro stivale pallonaro. Non dimentichiamoci che formazioni come la Juve e il Napoli già stanno lavorando sodo per riportare il nome delle italiane ai vertici che contano.

Lo spettacolo tra Roma-Fiorentina aiuta, ma negli altri campionati sono comunque impegnati a pensare al cortile di casa propria. Se Roma-Fiorentina è la più bella partita del nostro campionato, che figura ci facciamo noi di fronte agli spagnoli con il loro Barcellona-Deportivo 5-4 o di fronte agli inglesi con i loro Reading-Arsenal 5-7 o con il derby di domenica scorsa tra le due squadre di Manchester finito con la vittoria per 3 a 2 al novantaduesimo per lo United, grazie a un gol di Van Persie su punizione?

Il calcio del Bel Paese non ha bisogno di autocompiacimento. La strada per un futuro migliore è ancora lunga. Roma e Fiorentina sono due belle realtà che possono dare una mano al risorgimento nostrano.

Ma attenzione a confondere emozioni e risultati. Una partita bella può essere anche con pochi gol, o con un pareggio a reti inviolate. Bella tatticamente e noiosa fino alla morte.

Per i romanisti è bella la partita di domenica, per i laziali è bello il derby, per gli interisti è bella la partita contro la Juve.

La bellezza del calcio è nel gioco, nella tattica, nel sudore, nella sconfitta e nella vittoria, dipende dai punti di vista. La bellezza è in campo ogni domenica. Il gol è solo l’estasi finale. Un’estasi univoca. Per chi segna è bellezza. Per chi subisce è amarezza. Per chi è imparziale è divertimento. Bisognerebbe lasciare ad ognuno il suo bello e gli aggettivi appropriati. 

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