martedì 22 maggio 2012

Fischi per fiaschi


Si condannino i fischi all’inno. Non si condanni una spettacolarizzazione sfrenata del calcio. Non si condanni la scelta di far cantare quell’inno alla prima cantante di passaggio, ripescata o scoperta in qualche reality show, nella patria dei televoti.

Si condannino i fischi e non si condannino i politici, leghisti e non, che ogni giorno offendono la patria silenziosamente. Si condannino i fischi all’inno e non si condanni a parole chi siede su quelle tribune, che l’Italia e il suo sport ha rovinato.

Che si condannino per una volta i fischi all’inno, di questa patria tricolore che troppo spesso si  dimentica dei suoi figli.

Che si condannino i fischi e non si condannino i tagli. Che si condannino i napoletani e le loro tarantelle e non si condannino i giochi di potere romani.

Che si condannino i fischiatori e non si condannino gli eversori, gli evasori e i revisionisti della Liberazione.
Chi condanna e chi si scandalizza ha preso fischi per fiaschi.

Che si prendano tutti i fischi Schifani, Lapo Elkann, Napoleone e Garibaldi. Che son meglio i fischi del silenzio assordante, dell’omertà o delle grida a squarciagola per difendere una patria, sempre meno amata, che molto toglie e poco dona. Fischiando si tiene sveglia l’attenzione.

Noi che condanniamo senza spiegazioni, faremmo bene a riflettere sui motivi e sulle cause, e ci accorgeremmo che dopo qualche istante, pensandoci su,  fischietteremmo anche noi. 

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